Nell’intervento si intende analizzare la produzione teatrale di Sem Benelli nei suoi aspetti più originali espressi, in particolare, nei drammi in versi (La cena delle beffe, 1909; L’amore dei tre re, 1910; Il mantellaccio, 1911; Rosmunda, 1911; La Gorgona, 1912) che, nei primi decenni del Novecento, riscossero un incredibile successo di pubblico, riempiendo le platee dei più importanti teatri italiani. Autore pressoché dimenticato dalla critica più recente, Benelli è stato in passato più volte analizzato e riconosciuto unicamente in quanto autore stilisticamente affine al D’Annunzio drammaturgo, considerato una sorta di apprezzato rivale che, a causa del trionfo ottenuto nelle platee, rischiò quasi di offuscare la fama del Poeta Vate. Con questo studio si vuole avviare una prima ricognizione dell’attività teatrale di Benelli in quanto uomo di teatro dotato di un profondo istinto lirico-drammatico. Si eviterà ogni tipo di forzata analogia con il teatro dannunziano in modo da rendere evidente l’interesse drammatico e, soprattutto, l’originalità della forma letteraria delle opere benelliane, fondata sull’elaborazione di un dialogo in versi particolarmente fluido in cui il tradizionale endecasillabo viene rinnovato e plasmato in funzione dell’arte teatrale.
Tomassini, F. (2017). Il teatro dimenticato del primo Novecento: i drammi in versi di Sem Benelli. In L’Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell’ADI - Associazione degli Italianisti (Roma, 9-12 settembre 2015), (pp.1-9). Roma : Adi editore.
Il teatro dimenticato del primo Novecento: i drammi in versi di Sem Benelli
Francesca Tomassini
2017-01-01
Abstract
Nell’intervento si intende analizzare la produzione teatrale di Sem Benelli nei suoi aspetti più originali espressi, in particolare, nei drammi in versi (La cena delle beffe, 1909; L’amore dei tre re, 1910; Il mantellaccio, 1911; Rosmunda, 1911; La Gorgona, 1912) che, nei primi decenni del Novecento, riscossero un incredibile successo di pubblico, riempiendo le platee dei più importanti teatri italiani. Autore pressoché dimenticato dalla critica più recente, Benelli è stato in passato più volte analizzato e riconosciuto unicamente in quanto autore stilisticamente affine al D’Annunzio drammaturgo, considerato una sorta di apprezzato rivale che, a causa del trionfo ottenuto nelle platee, rischiò quasi di offuscare la fama del Poeta Vate. Con questo studio si vuole avviare una prima ricognizione dell’attività teatrale di Benelli in quanto uomo di teatro dotato di un profondo istinto lirico-drammatico. Si eviterà ogni tipo di forzata analogia con il teatro dannunziano in modo da rendere evidente l’interesse drammatico e, soprattutto, l’originalità della forma letteraria delle opere benelliane, fondata sull’elaborazione di un dialogo in versi particolarmente fluido in cui il tradizionale endecasillabo viene rinnovato e plasmato in funzione dell’arte teatrale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.