Fondato nel 1959 a Torino da Ada Gobetti, “Il Giornale dei Genitori” seppe esprimere appieno la vocazione sociale e pedagogica della sua creatrice e si confermò da subito come una straordinaria esperienza culturale capace di diffondere e animare il dialogo intergenerazionale e la riflessione sulla scuola ed i problemi educativi tra i non “addetti ai lavori”: attraverso un linguaggio semplice e diretto, il periodico si rivolse alle famiglie e agli educatori tutti richiamandone la responsabilità nel processo di ricostruzione sociale ed umana secondo basi civiche e democratiche. E fu, nel corso del tempo, sino alla chiusura nel 1992, uno strumento di osservazione critico e attento dei processi culturali e formativi, anche negli mesi ‘caldi’ della contestazione giovanile e del conflitto generazionale, che lesse e interpretò dialetticamente e con apertura di vedute, contro l’irrigidimento delle forme dogmatiche e in sostegno della contestazione dei giovani e degli studenti. Il contributo intende rivolgere uno sguardo al 1968 e ai molteplici nodi problematici emersi nel corso di quell’anno memorabile (non soltanto la contestazione nelle università, ma la nuova scuola materna, l’idea di famiglia postconciliare, la questione delle “bocciature” e dei “rifiutati” dalla scuola pubblica sull’onda della Lettera a una professoressa, l’inadeguatezza del genitore autoritario, la “fantasia al potere”, etc.) attraverso la lente de “Il Giornale dei Genitori” e di chi vi scrisse in quei mesi. Già nel primo numero del gennaio 1968 s’indagò su “che cosa succede nelle università” con la pubblicazione di uno degli ultimi profetici articoli di Ada Gobetti, Gli studenti hanno ragione, in cui le agitazioni studentesche sono accomunate allo spirito di rinnovamento che già si era manifestato nei giovani che avevano partecipato alla Resistenza. Alla morte di Ada, avvenuta improvvisamente nel marzo del ’68, la direzione del “Giornale” passò a Gianni Rodari, che ne conservò la specificità identitaria: suo è l’articolo Possiamo imparare dagli studenti? (n. 8-9, settembre 1968), in cui si riconosce agli studenti il merito di avere messo in crisi non soltanto l’università, ma anche la scuola media e elementare; suo è l’intervento I padri bocciati (n. 10, ottobre 1968), che insiste sul coinvolgimento critico degli adulti, genitori e maestri, nell’accompagnare i figli nel processo di crescita nel tempo della crisi affinché siano “consapevoli che non esiste un mondo stabile e tranquillo in cui essi debbano semplicemente trovare il loro posto”, ma “un mondo che si trasforma”, da controllare e determinare per garantire a tutti “una vita non alienata”. Non a caso è lo stesso Rodari, nel numero successivo, a richiamare l’utilità delle fiabe ed il valore emancipatorio della fantasia nella difesa “dell’uomo totale a cui la società dell’efficienza produttiva vorrebbe imporre i suoi fini” (Pollicino è utile ancora, n. 11-12, 1968). Nell’anno successivo, la rivista prosegue il suo lavoro interpretativo attorno alla triade scuola famiglia e società: vi compaiono, tra gli altri, gli interessanti articoli di Idana Pescioli, Lucio del Cornò, Marisa Musu, che prese la direzione del “Giornale” nel 1977.

Lepri, C. (2020). "Il Giornale dei Genitori" e il Sessantotto. In Autorità in crisi. Scuola, famiglia, società prima e dopo il '68 (pp.499-507). Roma : Aracne editrice.

"Il Giornale dei Genitori" e il Sessantotto

Chiara Lepri
2020-01-01

Abstract

Fondato nel 1959 a Torino da Ada Gobetti, “Il Giornale dei Genitori” seppe esprimere appieno la vocazione sociale e pedagogica della sua creatrice e si confermò da subito come una straordinaria esperienza culturale capace di diffondere e animare il dialogo intergenerazionale e la riflessione sulla scuola ed i problemi educativi tra i non “addetti ai lavori”: attraverso un linguaggio semplice e diretto, il periodico si rivolse alle famiglie e agli educatori tutti richiamandone la responsabilità nel processo di ricostruzione sociale ed umana secondo basi civiche e democratiche. E fu, nel corso del tempo, sino alla chiusura nel 1992, uno strumento di osservazione critico e attento dei processi culturali e formativi, anche negli mesi ‘caldi’ della contestazione giovanile e del conflitto generazionale, che lesse e interpretò dialetticamente e con apertura di vedute, contro l’irrigidimento delle forme dogmatiche e in sostegno della contestazione dei giovani e degli studenti. Il contributo intende rivolgere uno sguardo al 1968 e ai molteplici nodi problematici emersi nel corso di quell’anno memorabile (non soltanto la contestazione nelle università, ma la nuova scuola materna, l’idea di famiglia postconciliare, la questione delle “bocciature” e dei “rifiutati” dalla scuola pubblica sull’onda della Lettera a una professoressa, l’inadeguatezza del genitore autoritario, la “fantasia al potere”, etc.) attraverso la lente de “Il Giornale dei Genitori” e di chi vi scrisse in quei mesi. Già nel primo numero del gennaio 1968 s’indagò su “che cosa succede nelle università” con la pubblicazione di uno degli ultimi profetici articoli di Ada Gobetti, Gli studenti hanno ragione, in cui le agitazioni studentesche sono accomunate allo spirito di rinnovamento che già si era manifestato nei giovani che avevano partecipato alla Resistenza. Alla morte di Ada, avvenuta improvvisamente nel marzo del ’68, la direzione del “Giornale” passò a Gianni Rodari, che ne conservò la specificità identitaria: suo è l’articolo Possiamo imparare dagli studenti? (n. 8-9, settembre 1968), in cui si riconosce agli studenti il merito di avere messo in crisi non soltanto l’università, ma anche la scuola media e elementare; suo è l’intervento I padri bocciati (n. 10, ottobre 1968), che insiste sul coinvolgimento critico degli adulti, genitori e maestri, nell’accompagnare i figli nel processo di crescita nel tempo della crisi affinché siano “consapevoli che non esiste un mondo stabile e tranquillo in cui essi debbano semplicemente trovare il loro posto”, ma “un mondo che si trasforma”, da controllare e determinare per garantire a tutti “una vita non alienata”. Non a caso è lo stesso Rodari, nel numero successivo, a richiamare l’utilità delle fiabe ed il valore emancipatorio della fantasia nella difesa “dell’uomo totale a cui la società dell’efficienza produttiva vorrebbe imporre i suoi fini” (Pollicino è utile ancora, n. 11-12, 1968). Nell’anno successivo, la rivista prosegue il suo lavoro interpretativo attorno alla triade scuola famiglia e società: vi compaiono, tra gli altri, gli interessanti articoli di Idana Pescioli, Lucio del Cornò, Marisa Musu, che prese la direzione del “Giornale” nel 1977.
2020
978-88-255-3255-5
Lepri, C. (2020). "Il Giornale dei Genitori" e il Sessantotto. In Autorità in crisi. Scuola, famiglia, società prima e dopo il '68 (pp.499-507). Roma : Aracne editrice.
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