Antonín Reicha compose il Quatuor Scientifique a Vienna nell’aprile 1806. Si tratta di un brano di musica da camera assai particolare, ad oggi ancora inedito: in dodici movimenti con un’introduzione intitolata La Pantomime, Fantaisie pour deux Violons, Alto et Violoncelle. Quest’ultima parrebbe essere un melologo, giacché reca un testo sul Genio sotto la parte del primo violino, forse da recitarsi durante l’esecuzione o forse un semplice commento. Otto dei dodici movimenti sono fughe, di cui due su temi di Mozart (VII) e di Haydn (XI); altre due sono tratte dalle Trente-six fugues pour le pianoforte op. 36. Intento di Reicha era mostrare ancora una volta compiutamente la propria sapienza contrappuntistica, ed in particolare la tecnica della permutazione ed il trattamento tonale dei soggetti, così come aveva fatto nell’op. 36. Le Trente-six fugues op. 36 erano state pesantemente criticate da Beethoven: «z. B.[eispiel] mir ein gewisser fr.[anzösischer] Componist Fugen presentirte après une Nouvelle Methode, welche darin besteht, daß die Fuge keine Fuge mehr ist, etc» (lettera di Beethoven a Breitkopf & Härtel, 18 dicembre 1802). Tuttavia Beethoven ha probabilmente tenuto conto di molte innovazioni e particolarità compositive di Reicha, che fu suo compagno di studi ed amico. Un esempio potrebbe essere l’impiego delle tecniche di variazione teorizzate da Reicha (Traité de Haute Composition musicale, II, p. 304) nelle Variazioni Diabelli op. 120. Anche la musica da camera di Beethoven, in specifico i quartetti per archi, fu influenzata da Reicha? Cercando modelli per l’ultima produzione quartettistica beethoveniana, fortemente caratterizzata dal contrappunto e dall’impiego di particolari strategie tonali, non si può dimenticare Reicha ed i suoi più interessanti quartetti, come il Quatuor Scientifique, che, seppure inedito, Beethoven ha molto probabilmente conosciuto.
Arfini, M.T. (2016). Il ‘Quatuor scientifique’ di Antonín Reicha. AD PARNASSUM, XIV(27), 63-88.
Il ‘Quatuor scientifique’ di Antonín Reicha
Maria Teresa Arfini
2016-01-01
Abstract
Antonín Reicha compose il Quatuor Scientifique a Vienna nell’aprile 1806. Si tratta di un brano di musica da camera assai particolare, ad oggi ancora inedito: in dodici movimenti con un’introduzione intitolata La Pantomime, Fantaisie pour deux Violons, Alto et Violoncelle. Quest’ultima parrebbe essere un melologo, giacché reca un testo sul Genio sotto la parte del primo violino, forse da recitarsi durante l’esecuzione o forse un semplice commento. Otto dei dodici movimenti sono fughe, di cui due su temi di Mozart (VII) e di Haydn (XI); altre due sono tratte dalle Trente-six fugues pour le pianoforte op. 36. Intento di Reicha era mostrare ancora una volta compiutamente la propria sapienza contrappuntistica, ed in particolare la tecnica della permutazione ed il trattamento tonale dei soggetti, così come aveva fatto nell’op. 36. Le Trente-six fugues op. 36 erano state pesantemente criticate da Beethoven: «z. B.[eispiel] mir ein gewisser fr.[anzösischer] Componist Fugen presentirte après une Nouvelle Methode, welche darin besteht, daß die Fuge keine Fuge mehr ist, etc» (lettera di Beethoven a Breitkopf & Härtel, 18 dicembre 1802). Tuttavia Beethoven ha probabilmente tenuto conto di molte innovazioni e particolarità compositive di Reicha, che fu suo compagno di studi ed amico. Un esempio potrebbe essere l’impiego delle tecniche di variazione teorizzate da Reicha (Traité de Haute Composition musicale, II, p. 304) nelle Variazioni Diabelli op. 120. Anche la musica da camera di Beethoven, in specifico i quartetti per archi, fu influenzata da Reicha? Cercando modelli per l’ultima produzione quartettistica beethoveniana, fortemente caratterizzata dal contrappunto e dall’impiego di particolari strategie tonali, non si può dimenticare Reicha ed i suoi più interessanti quartetti, come il Quatuor Scientifique, che, seppure inedito, Beethoven ha molto probabilmente conosciuto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.