Assistiamo in tempi recenti a un incontro speciale tra due linguaggi artistici nel libro per l’infanzia: la poesia e l’illustrazione. Entrambi linguaggi storicamente ai margini, giungono oggi a una sintesi di notevole pregio artistico nei progetti editoriali più raffinati, in cui i versi di poesia risultano incastonati nell’immagine, pagina dopo pagina. Ne scaturisce un’idea di libro come organismo complesso, la cui lettura si fa pluridimensionale nel dialogo tra codici e significati diversi e sospinge il lettore, anche il piccolo lettore, a un’esperienza immersiva di notevole impatto e formatività. Come nel picture book, siamo dinnanzi a un circuito di significazione che reclama una lettura olistica e integrata, aperta al gioco interpretativo: nell’accezione di Umberto Eco, qui più che mai l’opera si fa aperta e reclama un coinvolgimento sensoriale attivo. Naturalmente diverse sono le risultanze in relazione alla concezione dell’opera: talvolta è l’editore l’artefice dell’incontro tra poeta e illustratore e a lui compete la sfida di stabilire un’armonia nella bivocità di due identità artistiche; altre volte una testualità si genera per prima e stimola l’altra, ma indubbiamente affascinante è il lavoro creativo di chi avverte la necessità di esprimersi a un tempo per parole e immagini: gli esempi, storicamente, sono molteplici e suggestivi: si pensi ai nonsense illustrati di Toti Scialoja, ma anche alle poesie avanguardistiche di Giulia Niccolai, i quali sperimentano, secondo diverse sensibilità e percorsi espressivi, una ricerca poetico-visuale che ha aperto varchi progettuali di straordinario interesse per l’infanzia. Da queste e altre esperienze-pilota si gettano i semi per una concezione di libro come strumento esplorativo che condensa in sé una stratificazione di modalità comunicative e di messaggi e che – nell’era della riproducibilità tecnica – si fa occasione per tutti di incontro con l’arte e i suoi linguaggi. Ne deriva anche un superamento dei generi e delle rigidità formali che ben interpreta la fluidità culturale di cui la stessa letteratura per l’infanzia è oggi parte.
Lepri, C. (2022). Attraversare i confini dei linguaggi artistici: poetiche del libro per l'infanzia. In Passaggi di frontiera. La storia dell'educazione: confini, identità, esplorazioni. Books of Abstracts (pp.60-60). Lecce : Pensa MultiMedia Editore.
Attraversare i confini dei linguaggi artistici: poetiche del libro per l'infanzia
Chiara Lepri
2022-01-01
Abstract
Assistiamo in tempi recenti a un incontro speciale tra due linguaggi artistici nel libro per l’infanzia: la poesia e l’illustrazione. Entrambi linguaggi storicamente ai margini, giungono oggi a una sintesi di notevole pregio artistico nei progetti editoriali più raffinati, in cui i versi di poesia risultano incastonati nell’immagine, pagina dopo pagina. Ne scaturisce un’idea di libro come organismo complesso, la cui lettura si fa pluridimensionale nel dialogo tra codici e significati diversi e sospinge il lettore, anche il piccolo lettore, a un’esperienza immersiva di notevole impatto e formatività. Come nel picture book, siamo dinnanzi a un circuito di significazione che reclama una lettura olistica e integrata, aperta al gioco interpretativo: nell’accezione di Umberto Eco, qui più che mai l’opera si fa aperta e reclama un coinvolgimento sensoriale attivo. Naturalmente diverse sono le risultanze in relazione alla concezione dell’opera: talvolta è l’editore l’artefice dell’incontro tra poeta e illustratore e a lui compete la sfida di stabilire un’armonia nella bivocità di due identità artistiche; altre volte una testualità si genera per prima e stimola l’altra, ma indubbiamente affascinante è il lavoro creativo di chi avverte la necessità di esprimersi a un tempo per parole e immagini: gli esempi, storicamente, sono molteplici e suggestivi: si pensi ai nonsense illustrati di Toti Scialoja, ma anche alle poesie avanguardistiche di Giulia Niccolai, i quali sperimentano, secondo diverse sensibilità e percorsi espressivi, una ricerca poetico-visuale che ha aperto varchi progettuali di straordinario interesse per l’infanzia. Da queste e altre esperienze-pilota si gettano i semi per una concezione di libro come strumento esplorativo che condensa in sé una stratificazione di modalità comunicative e di messaggi e che – nell’era della riproducibilità tecnica – si fa occasione per tutti di incontro con l’arte e i suoi linguaggi. Ne deriva anche un superamento dei generi e delle rigidità formali che ben interpreta la fluidità culturale di cui la stessa letteratura per l’infanzia è oggi parte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.