All’interno del dibattitto ancora aperto sull’adesione degli intellettuali italiani al fascismo, appare interessante la complessa relazione che legò Sibilla Aleramo – scrittrice, poetessa, giornalista femminista, nonché firmataria del manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce – al fascismo. Nell’indagine proposta dialogheranno scrittura pubblica e privata, attraverso il recupero di materiale epistolare (edito e inedito, conservato presso l’«Archivio Aleramo» della Fondazione Antonio Gramsci di Roma), dei diari della scrittrice e degli articoli da lei pubblicati su periodici nella seconda metà degli anni Venti, per far emergere il sotteso sentimento di estraneità che caratterizzò la sua adesione al regime e al modello culturale da questi proposto. In particolare si analizzeranno i rapporti con le autrici «ninfe Egerie del fascismo», come Margherita Sarfatti e Ada Negri, per evidenziare i singolari aspetti dell’opera e del pensiero di Aleramo lontani dalla politica culturale di regime. Nonostante l’autrice abbia tratto benefici, soprattutto economici, dall’adesione al fascismo, la sua vicenda intellettuale è oggi esemplare per interpretare un percorso tormentato, affrontato da una scrittrice in realtà intenta a promuovere un modello diverso da quello ufficialmente propagandato.
Tomassini, F. (2020). ESULE IN PATRIA. SIBILLA ALERAMO E LA CULTURA FASCISTA. In Scritture del dispatrio (pp.353-362). Pisa : ETS.
ESULE IN PATRIA. SIBILLA ALERAMO E LA CULTURA FASCISTA
Francesca Tomassini
2020-01-01
Abstract
All’interno del dibattitto ancora aperto sull’adesione degli intellettuali italiani al fascismo, appare interessante la complessa relazione che legò Sibilla Aleramo – scrittrice, poetessa, giornalista femminista, nonché firmataria del manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce – al fascismo. Nell’indagine proposta dialogheranno scrittura pubblica e privata, attraverso il recupero di materiale epistolare (edito e inedito, conservato presso l’«Archivio Aleramo» della Fondazione Antonio Gramsci di Roma), dei diari della scrittrice e degli articoli da lei pubblicati su periodici nella seconda metà degli anni Venti, per far emergere il sotteso sentimento di estraneità che caratterizzò la sua adesione al regime e al modello culturale da questi proposto. In particolare si analizzeranno i rapporti con le autrici «ninfe Egerie del fascismo», come Margherita Sarfatti e Ada Negri, per evidenziare i singolari aspetti dell’opera e del pensiero di Aleramo lontani dalla politica culturale di regime. Nonostante l’autrice abbia tratto benefici, soprattutto economici, dall’adesione al fascismo, la sua vicenda intellettuale è oggi esemplare per interpretare un percorso tormentato, affrontato da una scrittrice in realtà intenta a promuovere un modello diverso da quello ufficialmente propagandato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.