Il centro storico di Roma è una continua fonte di scoperte archeologiche e monumentali dovute alla millenaria stratificazione di strutture architettoniche. Tuttavia, se da un lato molti resti sono stati resi visibili al pubblico grazie a campagne di scavi e recupero a partire dalla seconda metà dell’800, dall’altro risultano ancora inglobati, e spesso ne sono fondamenta, negli apparati murari che nel corso dei secoli si sono ad essi sovrapposti. Riuscire a documentare, in modo adeguato, le varie stratificazioni è un’operazione molto delicata finalizzata a consentire una più facile lettura, ove possibile, dei diversi livelli che si sovrappongono orizzontalmente o che sono dovuti a ricuciture murarie. La Basilica di San Pietro in Vincoli è esempio emblematico di una complessità di sovrapposizioni ed incastri, soprattutto nello snodo della sacrestia vecchia, posta alle spalle della tomba di Giulio II e nel chiostro con gli ambienti annessi che ora sono in uso dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza. Un sistema così complesso deve prevedere per la campagna di rilevamento una progettazione mirata, realizzata con laser scanner, che minimizzi le zone d’ombra e che garantisca un collegamento sicuro tra le postazioni interne ed esterne in un labirinto intricato di sale, scale, corridoi e porticati. La ricerca qui presentata è il primo sviluppo di una più ampia analisi che prevede anche la ricerca storico archivistica, che aiuterà a comprendere meglio lo sviluppo temporale del complesso.
Calisi, D., Centroni, A., Cianci, M.G. (2022). Il rilievo strumentale per la conoscenza analitica di stratificazioni storiche complesse: San Pietro in Vincoli. In DIALOGHI visioni e visualità. Testimoniare Comunicare Sperimentare (pp.221-240). Franco aAngeli [10.3280/oa-832-c21].
Il rilievo strumentale per la conoscenza analitica di stratificazioni storiche complesse: San Pietro in Vincoli
Daniele Calisi
;Alessandra Centroni;Maria Grazia Cianci
2022-01-01
Abstract
Il centro storico di Roma è una continua fonte di scoperte archeologiche e monumentali dovute alla millenaria stratificazione di strutture architettoniche. Tuttavia, se da un lato molti resti sono stati resi visibili al pubblico grazie a campagne di scavi e recupero a partire dalla seconda metà dell’800, dall’altro risultano ancora inglobati, e spesso ne sono fondamenta, negli apparati murari che nel corso dei secoli si sono ad essi sovrapposti. Riuscire a documentare, in modo adeguato, le varie stratificazioni è un’operazione molto delicata finalizzata a consentire una più facile lettura, ove possibile, dei diversi livelli che si sovrappongono orizzontalmente o che sono dovuti a ricuciture murarie. La Basilica di San Pietro in Vincoli è esempio emblematico di una complessità di sovrapposizioni ed incastri, soprattutto nello snodo della sacrestia vecchia, posta alle spalle della tomba di Giulio II e nel chiostro con gli ambienti annessi che ora sono in uso dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza. Un sistema così complesso deve prevedere per la campagna di rilevamento una progettazione mirata, realizzata con laser scanner, che minimizzi le zone d’ombra e che garantisca un collegamento sicuro tra le postazioni interne ed esterne in un labirinto intricato di sale, scale, corridoi e porticati. La ricerca qui presentata è il primo sviluppo di una più ampia analisi che prevede anche la ricerca storico archivistica, che aiuterà a comprendere meglio lo sviluppo temporale del complesso.File | Dimensione | Formato | |
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