L’architetto ha un compito difficile. Realizzare spazi in cui l’uomo possa sostare e vivere, che siano funzionali e accoglienti allo stesso tempo, è un’operazione complessa. All’architetto è richiesto di comprendere il genius loci e far sì che l’opera progettata diventi parte integrante del luogo. Ma ci sono attimi sublimi in cui l’architetto è egli stesso artefice di un nuovo genius loci, creando spazi capaci di suscitare determinate emozioni ricercate e volute. Emblema di questa poetica è Piranesi, le cui Carceri d’invenzione contengono un universo immaginifico, vivo e spaventoso. In esse si rinuncia alla rappresentazione classica dell’arte tendendo all’esasperazione dei contrasti, ma anche dei sentimenti. Nelle carceri ci si perde in una vertigine di spazi interconnessi e di piani prospettici, dove l’uomo si annulla e la dismisura, o la non misura, regna sovrana. In modo analogo anche Escher in molte sue opere gioca sul disorientamento spaziale, nel suo caso però incastrando molteplici piani prospettici attraverso l’uso magistrale delle regole geometrico-prospettiche. Saper infondere determinate caratteristiche a un ambiente affinché esso generi emozioni per chi lo vive è un processo complesso che spesso si serve di regole che Franco Purini è riuscito a semplificare e comunicare in disegni eccelsi. Gli spazi astratti e multiscalari progettati e presentati in questo paper richiamano tali citazioni e sono il contrappasso reale di astrazioni emotive di giovani architetti.
Calisi, D., Botta, S. (2024). Complessità spaziali. Genesi, rappresentazione e immersività di spazi astratti e multiscalari. In MISURA / DISMISURA MEASURE / OUT OF MEASURE. Francoangeli [10.3280/oa-1180-c477].
Complessità spaziali. Genesi, rappresentazione e immersività di spazi astratti e multiscalari
Daniele Calisi
;Stefano Botta
2024-01-01
Abstract
L’architetto ha un compito difficile. Realizzare spazi in cui l’uomo possa sostare e vivere, che siano funzionali e accoglienti allo stesso tempo, è un’operazione complessa. All’architetto è richiesto di comprendere il genius loci e far sì che l’opera progettata diventi parte integrante del luogo. Ma ci sono attimi sublimi in cui l’architetto è egli stesso artefice di un nuovo genius loci, creando spazi capaci di suscitare determinate emozioni ricercate e volute. Emblema di questa poetica è Piranesi, le cui Carceri d’invenzione contengono un universo immaginifico, vivo e spaventoso. In esse si rinuncia alla rappresentazione classica dell’arte tendendo all’esasperazione dei contrasti, ma anche dei sentimenti. Nelle carceri ci si perde in una vertigine di spazi interconnessi e di piani prospettici, dove l’uomo si annulla e la dismisura, o la non misura, regna sovrana. In modo analogo anche Escher in molte sue opere gioca sul disorientamento spaziale, nel suo caso però incastrando molteplici piani prospettici attraverso l’uso magistrale delle regole geometrico-prospettiche. Saper infondere determinate caratteristiche a un ambiente affinché esso generi emozioni per chi lo vive è un processo complesso che spesso si serve di regole che Franco Purini è riuscito a semplificare e comunicare in disegni eccelsi. Gli spazi astratti e multiscalari progettati e presentati in questo paper richiamano tali citazioni e sono il contrappasso reale di astrazioni emotive di giovani architetti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.