Il contributo propone una lettura in chiave evolutiva dei rapporti tra la prospettiva, l’idea di infinito e l’architettura dipinta attraverso una disamina delle principali teorie intercorse tra XV e XVII secolo e l’analisi grafica di due opere, l’Annunciazione del Polittico di Sant’Antonio (1467-1469) di Piero della Francesca e l’Allegoria dell’opera missionaria dei Gesuiti (1688-1694) di Andrea Pozzo. Il parallelismo proposto è quello tra l’azione del rappresentare, in prospettiva, e quella del misurare l’infinito e lo spazio. L’ipotesi è che sia possibile riconoscere delle contiguità tra l’evoluzione della teoria prospettica e le diverse interpretazioni dell’idea di infinito, che queste ultime possano essere indici di diverse interpretazioni dello spazio e che le conseguenze di entrambe siano rintracciabili nell’analisi di due opere distanti nel tempo, che fanno un uso rigoroso della prospettiva. In particolare, il colonnato dell’Annunciazione di Piero della Francesca rappresenta un profondo spazio razionalmente misurato, orizzontale e accessibile all’uomo, così come è del tutto razionale il controllo proporzionale degli scorci prospettici esposto dall’Autore nel suo De prospectiva pingendi, mentre la tumultuosa distribuzione dei personaggi della Allegoria dell’opera missionaria dei Gesuiti di Andrea Pozzo scandisce uno spazio verticale, che ambisce all’estensione infinita, inaccessibile se non attraverso la prospettiva teologica del Perspectiva pictorum et architectorum.
Mancini, M.F. (2024). Misurare l’infinito. Spazio e prospettiva tra Piero della Francesca e Andrea Pozzo. In Misura / Dismisura. Atti del 45° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione (pp.1). Milano : FrancoAngeli s.r.l..
Misurare l’infinito. Spazio e prospettiva tra Piero della Francesca e Andrea Pozzo
Matteo Flavio Mancini
2024-01-01
Abstract
Il contributo propone una lettura in chiave evolutiva dei rapporti tra la prospettiva, l’idea di infinito e l’architettura dipinta attraverso una disamina delle principali teorie intercorse tra XV e XVII secolo e l’analisi grafica di due opere, l’Annunciazione del Polittico di Sant’Antonio (1467-1469) di Piero della Francesca e l’Allegoria dell’opera missionaria dei Gesuiti (1688-1694) di Andrea Pozzo. Il parallelismo proposto è quello tra l’azione del rappresentare, in prospettiva, e quella del misurare l’infinito e lo spazio. L’ipotesi è che sia possibile riconoscere delle contiguità tra l’evoluzione della teoria prospettica e le diverse interpretazioni dell’idea di infinito, che queste ultime possano essere indici di diverse interpretazioni dello spazio e che le conseguenze di entrambe siano rintracciabili nell’analisi di due opere distanti nel tempo, che fanno un uso rigoroso della prospettiva. In particolare, il colonnato dell’Annunciazione di Piero della Francesca rappresenta un profondo spazio razionalmente misurato, orizzontale e accessibile all’uomo, così come è del tutto razionale il controllo proporzionale degli scorci prospettici esposto dall’Autore nel suo De prospectiva pingendi, mentre la tumultuosa distribuzione dei personaggi della Allegoria dell’opera missionaria dei Gesuiti di Andrea Pozzo scandisce uno spazio verticale, che ambisce all’estensione infinita, inaccessibile se non attraverso la prospettiva teologica del Perspectiva pictorum et architectorum.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.