Fino a pochi decenni fa in ambito archeologico lo studio della neve non aveva ancora trovato il suo spazio nelle ricerche. I primi passi per una “archeologia della neve” sono stati mossi negli ultimi decenni nell’ambito dell’archeologia rurale, ambientale e della produzione, quando nelle indagini territoriali, specialmente nel Nord Italia, si inizia a sentire la necessità di rilevare anche l’evidenza materiale del legame tra l’uomo “moderno” e “contemporaneo” e l’ambiente, oltrepassando le gabbie temporali che fino a quel momento avevano impedito di sviluppare una ricerca pienamente diacronica. La neve, utilizzata nel passato per usi alimentari, conservativi, per raffreddare ambienti o con funzioni antipiretiche, anche se non ha lasciato tracce tangibili nelle stratificazioni e nei paesaggi, si è conservata di riflesso attraverso altri elementi: nei documenti scritti, nelle strutture di raccolta, nei percorsi che ha attraversato, e nelle memorie delle comunità rurali e montane contemporanee i cui avi hanno dedicato gran parte della loro vita alla produzione e al commercio di questo bene 'prezioso'. In questo contributo si cercherà di risalire ai luoghi della neve, di definirne gli spazi privilegiati e di ricostruirne i percorsi partendo dalle esperienze maturate nel contesto laziale, in cui sono state utilizzate metodologie e procedure prettamente archeologiche ed etnoarcheologiche per l’analisi delle attività tradizionali legate all’elemento neve. Si tenterà anche di focalizzare l’attenzione sul fare “archeologia con la neve” nelle zone ad alta quota, dove la neve può rivelarsi come elemento-guida nell’individuazione di strutture oggi intangibili, nel paesaggio contemporaneo, con l’ausilio di tecniche di telerilevamento e fotogrammetria digitale.
Bernardi, M., Farinetti, E. (2024). Archeologia della neve e archeologia con la neve. Memorie collettive e tracce intangibili nel paesaggio contemporaneo. In I Convegno Italiano di Archeologia dell’Età Contemporanea (Pisa, 30 novembre – 1 dicembre 2023).
Archeologia della neve e archeologia con la neve. Memorie collettive e tracce intangibili nel paesaggio contemporaneo
Martina Bernardi
;Emeri Farinetti
2024-01-01
Abstract
Fino a pochi decenni fa in ambito archeologico lo studio della neve non aveva ancora trovato il suo spazio nelle ricerche. I primi passi per una “archeologia della neve” sono stati mossi negli ultimi decenni nell’ambito dell’archeologia rurale, ambientale e della produzione, quando nelle indagini territoriali, specialmente nel Nord Italia, si inizia a sentire la necessità di rilevare anche l’evidenza materiale del legame tra l’uomo “moderno” e “contemporaneo” e l’ambiente, oltrepassando le gabbie temporali che fino a quel momento avevano impedito di sviluppare una ricerca pienamente diacronica. La neve, utilizzata nel passato per usi alimentari, conservativi, per raffreddare ambienti o con funzioni antipiretiche, anche se non ha lasciato tracce tangibili nelle stratificazioni e nei paesaggi, si è conservata di riflesso attraverso altri elementi: nei documenti scritti, nelle strutture di raccolta, nei percorsi che ha attraversato, e nelle memorie delle comunità rurali e montane contemporanee i cui avi hanno dedicato gran parte della loro vita alla produzione e al commercio di questo bene 'prezioso'. In questo contributo si cercherà di risalire ai luoghi della neve, di definirne gli spazi privilegiati e di ricostruirne i percorsi partendo dalle esperienze maturate nel contesto laziale, in cui sono state utilizzate metodologie e procedure prettamente archeologiche ed etnoarcheologiche per l’analisi delle attività tradizionali legate all’elemento neve. Si tenterà anche di focalizzare l’attenzione sul fare “archeologia con la neve” nelle zone ad alta quota, dove la neve può rivelarsi come elemento-guida nell’individuazione di strutture oggi intangibili, nel paesaggio contemporaneo, con l’ausilio di tecniche di telerilevamento e fotogrammetria digitale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.