Il tema dell’antico nell’opera del poliedrico Alessandro Baratta “intagliatore di stampe di rame” (Scigliano Calabro 1583 circa – Napoli 1637 ?), autore della più importante veduta topografica di Napoli del Seicento: Fidelissimae urbis neapolitanae… del 1627-29, costituisce un aspetto non trascurabile nell’ambito della sua produzione complessiva. In realtà dell’attività di Baratta restavano molti aspetti da approfondire, che ho cercato di contribuire a mettere in luce. Sono emersi infatti il suo periodo di apprendistato a Roma presso l’incisore fiammingo Johannes Eillarts, il suo sodalizio con l’architetto Giulio Cesare Fontana, alcune incisioni librarie fin ora ignorate e il ritrovamento dell’unico esemplare pervenutoci del La fedelissima città di Napoli con la nobilissima cavalcata che si fece a 19 di Decembre nel 1630 nell’uscita della Serenissima infante Maria d’Austria Regina d’Ungaria c’vi entrò a 8 d’agosto del Medesimo anno del 1632. Sicuramente l’esperienza maturata nell’Urbe e il fascino dei monumenti antichi stimolarono Baratta ad adottare gli ordini architettonici nei frontespizi dei volumi da lui illustrati, atti a trasfondere nel lettore il senso dell’auctoritas politica, ecclesiastica o letteraria. Anche la fastosa rappresentazione della cavalcata reale del 1632 esprime l’influenza che la classicità esercitò su Baratta in quanto richiama i trionfi dell’epoca imperiale romana.

Verde, P.C. (2016). Il tema dell’antico nell’opera di Alessandro Baratta e la ritrovata Cavalcata del 1632. In Delli Aspetti de Paesi. Vecchi e nuovi Media per l’immagine del Paesaggio (pp.269-278). napoli : cirice.

Il tema dell’antico nell’opera di Alessandro Baratta e la ritrovata Cavalcata del 1632

paola carla verde
2016-01-01

Abstract

Il tema dell’antico nell’opera del poliedrico Alessandro Baratta “intagliatore di stampe di rame” (Scigliano Calabro 1583 circa – Napoli 1637 ?), autore della più importante veduta topografica di Napoli del Seicento: Fidelissimae urbis neapolitanae… del 1627-29, costituisce un aspetto non trascurabile nell’ambito della sua produzione complessiva. In realtà dell’attività di Baratta restavano molti aspetti da approfondire, che ho cercato di contribuire a mettere in luce. Sono emersi infatti il suo periodo di apprendistato a Roma presso l’incisore fiammingo Johannes Eillarts, il suo sodalizio con l’architetto Giulio Cesare Fontana, alcune incisioni librarie fin ora ignorate e il ritrovamento dell’unico esemplare pervenutoci del La fedelissima città di Napoli con la nobilissima cavalcata che si fece a 19 di Decembre nel 1630 nell’uscita della Serenissima infante Maria d’Austria Regina d’Ungaria c’vi entrò a 8 d’agosto del Medesimo anno del 1632. Sicuramente l’esperienza maturata nell’Urbe e il fascino dei monumenti antichi stimolarono Baratta ad adottare gli ordini architettonici nei frontespizi dei volumi da lui illustrati, atti a trasfondere nel lettore il senso dell’auctoritas politica, ecclesiastica o letteraria. Anche la fastosa rappresentazione della cavalcata reale del 1632 esprime l’influenza che la classicità esercitò su Baratta in quanto richiama i trionfi dell’epoca imperiale romana.
2016
9788899930004
Verde, P.C. (2016). Il tema dell’antico nell’opera di Alessandro Baratta e la ritrovata Cavalcata del 1632. In Delli Aspetti de Paesi. Vecchi e nuovi Media per l’immagine del Paesaggio (pp.269-278). napoli : cirice.
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