L'approccio Neuro Teaching (Gola, 2022; Gola, Compagno, Albanese, 2023) rappresenterebbe una lente di studio interessante in relazione al costrutto di inclusione in particolar modo contestualizzando quest’ultimo in riferimento alla didattica inclusiva e nello specifico alla didattica metacognitiva. Infatti potrebbe favorire un significativo impatto in un duplice verso: in riferimento alle pratiche inclusive (Booth & Ainscow, 2014) ed alla teacher agency (Calvert, 2016). Il primo elemento si sostanzia nel tentativo di esplorare le relazioni che intercorrono tra i recenti studi neuro-scientifici e i processi cognitivi che sostanziano il processo di insegnamentoapprendimento nell’ambito della didattica metacognitiva. In riferimento ai processi di apprendimento e dell’educazione assume un ruolo significativo la didattica metacognitiva fondamentale che consentirebbe agli insegnanti la possibilità di acquisire consapevolezza in merito alle conoscenze da trasmette, alle modalità attraverso le quali interagire, ai processi cognitivi che sottendono i semplici processi primari (ad esempio leggere, scrivere e ricordare) e favorire dunque lo sviluppo di abilità mentali sovraordinate (Ibidem). Questo comporterebbe una maggiore capacità di gestione delle specifiche difficoltà in relazione al singolo alunno ed in relazione alla classe. Contestualmente consentirebbe agli alunni la possibilità di acquisire consapevolezza in merito alle modalità del loro operare, alle scelte procedurali attuate in relazione alle condizioni ed al contesto nel quale andrebbero ad operare. Quanto detto sottende il consolidamento e/o lo sviluppo delle capacità d’attenzione in termini di capacità di selezione e di elaborazione delle informazioni in un’ottica di qualità delle scelte funzionali ed ottimali al raggiungimento dello scopo. Un intervento educativo-didattico orientato verso l’approccio metacognitivo risulterebbe efficacie anche nei confronti degli alunni con bisogni educativi speciali (BES) - in particolare con deficit d’attenzione con iperattività, con ritardo mentale, con autismo - nelle prestazioni di memoria e nelle difficoltà di apprendimento quali la lettura, la comprensione del testo, la scrittura (Cottini, Morganti, 2015; Trinchero, 2015). Per questi alunni «il potenziamento delle aree di funzionamento e lo sviluppo o la compensazione delle aree deficitarie risultano indispensabili al fine di garantire l’opportunità di conseguire il successo formativo, come previsto dalla recente normativa (Legge 170/2010) e dalle disposizioni ministeriali sui BES (D. M. del 27 dicembre 2012; C. M. n. 8 del 06 marzo 2103)» (Damiani et all.). Quanto affermato conduce alla correlazione rispetto al secondo elemento, della riflessione iniziale, che si sostanzia nel tentativo di delineare nuovi approcci che potrebbero favorire nuova consapevolezza comprensione del processo di insegnamento-apprendimento in un’ottica inclusiva e di valorizzazione delle differenze (Sibilio, Aiello, 2018). L’attenzione è rivolta all’azione e, dunque, alla capacità d’agire da parte dell’insegnante - teacher agency - esplicitata all’interno di un apprendimento esperienziale fondato su valori inclusivi e sulla valorizzazione delle varie forme di diversità. L’intervento educativo-didattico sarebbe finalizzato alla promozione di un ruolo attivo nonché allo sviluppo di un pensiero riflessivo e critico dei docenti ed anche degli alunni, ognuno nel rispetto del proprio ruolo e della persona (in quanto soggettività portatrice di diritti e di doveri), favorendo l’apprendimento tra pari e la corresponsabilità nel perseguimento dello stesso processo di apprendimento. Questa considerazione conduce a riflettere in merito alla formazione dello sviluppo dell’apprendimento professionale (Ibidem) dei dirigenti scolastici e dei docenti curriculari nella prospettiva di ri-pensare percorsi formativi educativo-didattici orientati verso focus quali contenuti innovativi, come ad esempio le caratteristiche di funzionamento della mente (Damiani et all.), e modalità laboratoriali che contestualizzino gli aspetti teorici. La proposta formativa educativo didattica per i dirigenti e i docenti in formazione dovrebbe essere maggiormente strutturata ed organizzata valorizzando l’apprendimento esperenziale e le attività che concorrono allo sviluppo delle dimensioni relazionali, emotive ed empatiche (il gioco, l’attività sportiva, la drammatizzazione) e delle variabili psicologiche (il locus of controll, l’autoefficacia, l’autostima, la motivazione) che supportino l’alunno a sviluppare una corretta ed efficacie percezione di sé ed ad attivare processi metacognitivi.
Pomponi, M., Di Gneo, M. (2023). Il contributo delle ricerche neuro-scientifiche in relazione alla didattica metacognitiva. In RICERCHE IN NEUROSCIENZE EDUCATIVE 2023. Il futuro prossimo dell’educazione nell’universo digitale. Il futuro prossimo dell’educazione nell’universo digitale. (pp.180-181). Roma : Edizioni Universitarie Romane.
Il contributo delle ricerche neuro-scientifiche in relazione alla didattica metacognitiva
Pomponi, Milena;Di Gneo Mariangela
2023-01-01
Abstract
L'approccio Neuro Teaching (Gola, 2022; Gola, Compagno, Albanese, 2023) rappresenterebbe una lente di studio interessante in relazione al costrutto di inclusione in particolar modo contestualizzando quest’ultimo in riferimento alla didattica inclusiva e nello specifico alla didattica metacognitiva. Infatti potrebbe favorire un significativo impatto in un duplice verso: in riferimento alle pratiche inclusive (Booth & Ainscow, 2014) ed alla teacher agency (Calvert, 2016). Il primo elemento si sostanzia nel tentativo di esplorare le relazioni che intercorrono tra i recenti studi neuro-scientifici e i processi cognitivi che sostanziano il processo di insegnamentoapprendimento nell’ambito della didattica metacognitiva. In riferimento ai processi di apprendimento e dell’educazione assume un ruolo significativo la didattica metacognitiva fondamentale che consentirebbe agli insegnanti la possibilità di acquisire consapevolezza in merito alle conoscenze da trasmette, alle modalità attraverso le quali interagire, ai processi cognitivi che sottendono i semplici processi primari (ad esempio leggere, scrivere e ricordare) e favorire dunque lo sviluppo di abilità mentali sovraordinate (Ibidem). Questo comporterebbe una maggiore capacità di gestione delle specifiche difficoltà in relazione al singolo alunno ed in relazione alla classe. Contestualmente consentirebbe agli alunni la possibilità di acquisire consapevolezza in merito alle modalità del loro operare, alle scelte procedurali attuate in relazione alle condizioni ed al contesto nel quale andrebbero ad operare. Quanto detto sottende il consolidamento e/o lo sviluppo delle capacità d’attenzione in termini di capacità di selezione e di elaborazione delle informazioni in un’ottica di qualità delle scelte funzionali ed ottimali al raggiungimento dello scopo. Un intervento educativo-didattico orientato verso l’approccio metacognitivo risulterebbe efficacie anche nei confronti degli alunni con bisogni educativi speciali (BES) - in particolare con deficit d’attenzione con iperattività, con ritardo mentale, con autismo - nelle prestazioni di memoria e nelle difficoltà di apprendimento quali la lettura, la comprensione del testo, la scrittura (Cottini, Morganti, 2015; Trinchero, 2015). Per questi alunni «il potenziamento delle aree di funzionamento e lo sviluppo o la compensazione delle aree deficitarie risultano indispensabili al fine di garantire l’opportunità di conseguire il successo formativo, come previsto dalla recente normativa (Legge 170/2010) e dalle disposizioni ministeriali sui BES (D. M. del 27 dicembre 2012; C. M. n. 8 del 06 marzo 2103)» (Damiani et all.). Quanto affermato conduce alla correlazione rispetto al secondo elemento, della riflessione iniziale, che si sostanzia nel tentativo di delineare nuovi approcci che potrebbero favorire nuova consapevolezza comprensione del processo di insegnamento-apprendimento in un’ottica inclusiva e di valorizzazione delle differenze (Sibilio, Aiello, 2018). L’attenzione è rivolta all’azione e, dunque, alla capacità d’agire da parte dell’insegnante - teacher agency - esplicitata all’interno di un apprendimento esperienziale fondato su valori inclusivi e sulla valorizzazione delle varie forme di diversità. L’intervento educativo-didattico sarebbe finalizzato alla promozione di un ruolo attivo nonché allo sviluppo di un pensiero riflessivo e critico dei docenti ed anche degli alunni, ognuno nel rispetto del proprio ruolo e della persona (in quanto soggettività portatrice di diritti e di doveri), favorendo l’apprendimento tra pari e la corresponsabilità nel perseguimento dello stesso processo di apprendimento. Questa considerazione conduce a riflettere in merito alla formazione dello sviluppo dell’apprendimento professionale (Ibidem) dei dirigenti scolastici e dei docenti curriculari nella prospettiva di ri-pensare percorsi formativi educativo-didattici orientati verso focus quali contenuti innovativi, come ad esempio le caratteristiche di funzionamento della mente (Damiani et all.), e modalità laboratoriali che contestualizzino gli aspetti teorici. La proposta formativa educativo didattica per i dirigenti e i docenti in formazione dovrebbe essere maggiormente strutturata ed organizzata valorizzando l’apprendimento esperenziale e le attività che concorrono allo sviluppo delle dimensioni relazionali, emotive ed empatiche (il gioco, l’attività sportiva, la drammatizzazione) e delle variabili psicologiche (il locus of controll, l’autoefficacia, l’autostima, la motivazione) che supportino l’alunno a sviluppare una corretta ed efficacie percezione di sé ed ad attivare processi metacognitivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


