L’Universal Design for Learning, UDL, (CAST, 2018) rappresenta un approccio che pone il focus sulla variabile individuale (Malaguti, Augenti & Pastor, 2023), rispetto alla quale la diversità è vista come un elemento valoriale che sostanzia l’unicità e l’originalità di ciascuna persona. L’UDL si configura come un modello di progettazione di materiali, metodi e strategie d’istruzione (Ghedin & Mazzocut, 2017) volto a facilitare l’apprendimento e a promuovere la compartecipazione di tutti/e gli/le alunni/e-studenti/esse. L’elemento valoriale del modello dell’UDL risiede nell’essere inclusivo in virtù della flessibilità che lo caratterizza e dell’attenzione alla valorizzazione delle diversità insite nel processo di apprendimento di ciascun alunno/a-studente/essa. Gli/le alunni/e-studenti/esse differiscono nel perseguire i propri interessi, negli stili di apprendimento, nell’esprimere le loro conoscenze in base alla loro fase evolutiva ed agli stimoli del contesto scolastico ed extrascolastico. Ogni alunno/a-studente/essa infatti impara i contenuti secondo meccanismi propri, elabora le informazioni in tempi diversi e comunica le conoscenze attraverso modalità differenti. In riferimento a queste considerazioni, l’UDL consente la programmazione di percorsi progettuali riguardo a pratiche inclusive (Booth & Ainscow, 2014) che garantiscono un’ampia flessibilità nella definizione degli obiettivi, nella scelta delle strategie metodologiche nonché degli strumenti adottati per l’esplicitazione delle attività educativo-didattiche, infine nella scansione dei tempi di svolgimento delle stesse attività. Quanto affermato si declina, in relazione alle politiche inclusive (Ibidem), nella progettazione e realizzazione di un curricolo educativo-didattico flessibile sia in relazione agli stili cognitivi degli/lle alunne/i-studenti/esse nella prospettiva della personalizzazione (Baldacci, 2005) che in relazione agli elementi trasversali delle discipline in un’ottica interdisciplinare. In relazione a quanto illustrato, il modello dell’UDL garantirebbe ad ogni alunno/a-studente/essa il diritto allo studio, lo sviluppo della personalità, il successo formativo ed educativo perché consentirebbe, grazie alla loro partecipazione attiva, una prevenzione e/o riduzione di potenziali barriere, ostacolo per garantire appieno il diritto all’istruzione. L’attenzione rivolta alla flessibilità ed alla diversità, in termini di personalizzazione e di interdisciplinarietà, determinerebbe un miglioramento dei risultati, dell’impegno, della motivazione, di autoefficacia ed autostima di tutti/e gli/le alunni/e-studenti/esse non soltanto di quelli/e in difficoltà. A riguardo i dirigenti scolastici e gli/le insegnanti hanno la responsabilità, per il tramite del Collegio Docenti e del Consiglio di Istituto, di progettare e realizzare un curricolo educativo-didattico pregno dei valori inclusivi, al fine di attenzionare le diversità di tutti/e (Tomlinson & McTighe, 2006). Alla luce di quanto sostenuto è presentata l’indagine esplorativa, che coinvolge gli/le alunni/e di due classi terze di scuola primaria di un istituto comprensivo. Essa rappresenta una prima parte di una fase del percorso di ricerca-formazione, RF, (Asquini, 2018) che interesserà gli/le insegnanti impegnati nella revisione del curricolo educativo-didattico dell’istituto comprensivo. L’indagine prende in considerazione il punto di vista dei principali attori, quali sono gli/e alunni/e, chiamati a sperimentare/si nello sviluppo di competenze per l’avvio e, successivamente, il consolidamento allo/dello studio delle discipline antropologiche. In particolare l’intento è di ragionare rispetto all’importanza di acquisire consapevolezza nell’autonomia e nella corresponsabilità nello studio. Questa prima parte del percorso di R-F ci induce a riflettere sull’importanza di “dare voce” agli studenti, student voice (Grion & Dettori, 2015), di attribuire importanza alle loro riflessioni e considerazioni con l’intento di co-costruire un setting caratterizzato dalla corresponsabilità e dalla compartecipazione di tutti gli attori della comunità educante. L’intento è di riflettere sull’opportunità di orientare alcuni aspetti del curricolo nella prospettiva dei princìpi dell’UDL e di conseguenza declinare alcune attività della progettazione educativo-didattiche secondo proposte pertinenti a tali princìpi. L’indagine si avvale dell’approccio mixed method (Trinchero & Robasto, 2019) che in una prima parte coinvolgerà gli/e alunni/e attraverso la somministrazione di un questionario ed in una seconda parte le insegnanti di due classi terze della scuola primaria attraverso la partecipazione a focus group. L’interpretazione dei dati, emersi dall’indagine esplorativa, evidenzia che agli/lle alunni/e piace studiare e sperimentare diversi approcci allo studio con la specificità di prediligerne alcuni. L’opportunità di scegliere tra varie alternative comporta la possibilità di riuscire ad esprimere i/le propri/e interessi ed attitudini e di impegnarsi nelle attività educativo-didattiche potenziando le proprie abilità, ottimizzando le proprie risorse e rispettando i propri ritmi e tempi. L’obiettivo di promuovere un’educazione inclusiva e pregna di elementi valoriali e significativi, valorizzando il framework dell’UDL, è potenzialmente sostenibile e richiede a tutta la comunità educante di sperimentarsi in percorsi di qualità, giustappunto della ricerca-azione e ricercaformazione, all’interno dei quali si contaminano le istanze della comunità scolastica e quelle della comunità scientifica.

Pomponi, M. (2025). L’Universal Design for Learning, un approccio inclusivo per la progettazione del curricolo educativo-didattico. In RICERCHE IN NEUROSCIENZE EDUCATIVE 2025 Shaping the Future of Education: New Challenges of Universal Design for Learning (pp.431-432). Roma : Edizioni Universitarie Romane.

L’Universal Design for Learning, un approccio inclusivo per la progettazione del curricolo educativo-didattico

Pomponi, Milena
2025-01-01

Abstract

L’Universal Design for Learning, UDL, (CAST, 2018) rappresenta un approccio che pone il focus sulla variabile individuale (Malaguti, Augenti & Pastor, 2023), rispetto alla quale la diversità è vista come un elemento valoriale che sostanzia l’unicità e l’originalità di ciascuna persona. L’UDL si configura come un modello di progettazione di materiali, metodi e strategie d’istruzione (Ghedin & Mazzocut, 2017) volto a facilitare l’apprendimento e a promuovere la compartecipazione di tutti/e gli/le alunni/e-studenti/esse. L’elemento valoriale del modello dell’UDL risiede nell’essere inclusivo in virtù della flessibilità che lo caratterizza e dell’attenzione alla valorizzazione delle diversità insite nel processo di apprendimento di ciascun alunno/a-studente/essa. Gli/le alunni/e-studenti/esse differiscono nel perseguire i propri interessi, negli stili di apprendimento, nell’esprimere le loro conoscenze in base alla loro fase evolutiva ed agli stimoli del contesto scolastico ed extrascolastico. Ogni alunno/a-studente/essa infatti impara i contenuti secondo meccanismi propri, elabora le informazioni in tempi diversi e comunica le conoscenze attraverso modalità differenti. In riferimento a queste considerazioni, l’UDL consente la programmazione di percorsi progettuali riguardo a pratiche inclusive (Booth & Ainscow, 2014) che garantiscono un’ampia flessibilità nella definizione degli obiettivi, nella scelta delle strategie metodologiche nonché degli strumenti adottati per l’esplicitazione delle attività educativo-didattiche, infine nella scansione dei tempi di svolgimento delle stesse attività. Quanto affermato si declina, in relazione alle politiche inclusive (Ibidem), nella progettazione e realizzazione di un curricolo educativo-didattico flessibile sia in relazione agli stili cognitivi degli/lle alunne/i-studenti/esse nella prospettiva della personalizzazione (Baldacci, 2005) che in relazione agli elementi trasversali delle discipline in un’ottica interdisciplinare. In relazione a quanto illustrato, il modello dell’UDL garantirebbe ad ogni alunno/a-studente/essa il diritto allo studio, lo sviluppo della personalità, il successo formativo ed educativo perché consentirebbe, grazie alla loro partecipazione attiva, una prevenzione e/o riduzione di potenziali barriere, ostacolo per garantire appieno il diritto all’istruzione. L’attenzione rivolta alla flessibilità ed alla diversità, in termini di personalizzazione e di interdisciplinarietà, determinerebbe un miglioramento dei risultati, dell’impegno, della motivazione, di autoefficacia ed autostima di tutti/e gli/le alunni/e-studenti/esse non soltanto di quelli/e in difficoltà. A riguardo i dirigenti scolastici e gli/le insegnanti hanno la responsabilità, per il tramite del Collegio Docenti e del Consiglio di Istituto, di progettare e realizzare un curricolo educativo-didattico pregno dei valori inclusivi, al fine di attenzionare le diversità di tutti/e (Tomlinson & McTighe, 2006). Alla luce di quanto sostenuto è presentata l’indagine esplorativa, che coinvolge gli/le alunni/e di due classi terze di scuola primaria di un istituto comprensivo. Essa rappresenta una prima parte di una fase del percorso di ricerca-formazione, RF, (Asquini, 2018) che interesserà gli/le insegnanti impegnati nella revisione del curricolo educativo-didattico dell’istituto comprensivo. L’indagine prende in considerazione il punto di vista dei principali attori, quali sono gli/e alunni/e, chiamati a sperimentare/si nello sviluppo di competenze per l’avvio e, successivamente, il consolidamento allo/dello studio delle discipline antropologiche. In particolare l’intento è di ragionare rispetto all’importanza di acquisire consapevolezza nell’autonomia e nella corresponsabilità nello studio. Questa prima parte del percorso di R-F ci induce a riflettere sull’importanza di “dare voce” agli studenti, student voice (Grion & Dettori, 2015), di attribuire importanza alle loro riflessioni e considerazioni con l’intento di co-costruire un setting caratterizzato dalla corresponsabilità e dalla compartecipazione di tutti gli attori della comunità educante. L’intento è di riflettere sull’opportunità di orientare alcuni aspetti del curricolo nella prospettiva dei princìpi dell’UDL e di conseguenza declinare alcune attività della progettazione educativo-didattiche secondo proposte pertinenti a tali princìpi. L’indagine si avvale dell’approccio mixed method (Trinchero & Robasto, 2019) che in una prima parte coinvolgerà gli/e alunni/e attraverso la somministrazione di un questionario ed in una seconda parte le insegnanti di due classi terze della scuola primaria attraverso la partecipazione a focus group. L’interpretazione dei dati, emersi dall’indagine esplorativa, evidenzia che agli/lle alunni/e piace studiare e sperimentare diversi approcci allo studio con la specificità di prediligerne alcuni. L’opportunità di scegliere tra varie alternative comporta la possibilità di riuscire ad esprimere i/le propri/e interessi ed attitudini e di impegnarsi nelle attività educativo-didattiche potenziando le proprie abilità, ottimizzando le proprie risorse e rispettando i propri ritmi e tempi. L’obiettivo di promuovere un’educazione inclusiva e pregna di elementi valoriali e significativi, valorizzando il framework dell’UDL, è potenzialmente sostenibile e richiede a tutta la comunità educante di sperimentarsi in percorsi di qualità, giustappunto della ricerca-azione e ricercaformazione, all’interno dei quali si contaminano le istanze della comunità scolastica e quelle della comunità scientifica.
2025
978-88-6022-508-5
Pomponi, M. (2025). L’Universal Design for Learning, un approccio inclusivo per la progettazione del curricolo educativo-didattico. In RICERCHE IN NEUROSCIENZE EDUCATIVE 2025 Shaping the Future of Education: New Challenges of Universal Design for Learning (pp.431-432). Roma : Edizioni Universitarie Romane.
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