"Maria ci ha rivelato l’incarnarsi della parola nella nota cantata, per non dire dell’espressività del volto, delle sue mani, nel corpo intero, nel movimento drammatico del canto." (Leonard Bernstein). Parola cantata e gesto del corpo sono divenute espressioni solitamente autonome e autosufficienti, rimandando a tecniche e professioni del tutto differenti (basta considerare l’importanza delle querelles sul primato e lo statuto di autonomia dalle arti sorelle, prima nell’opera, poi nel balletto). Nel Novecento la danza non ha celato il canto silenzioso del corpo, rinunciando persino alla musica; il canto, d’altra parte, si è manifestato come “atto”, azione distinta dall’oralità e dalla scrittura. Chiedere quindi al coreografo, al danzatore, alla danzatrice, di muoversi sulle musiche cantate dalla Callas è impresa ardua per più motivi. In genere, le musiche per il balletto e per le coreografie contemporanee sono partiture strumentali; è più facile, quindi, che, in presenza della voce, il danzatore - ad es. Dominique Mercy o Kazuo Ohno - si ponga in ascolto intuendo l’imprescindibile presenza fisica, nel tempo e nello spazio, dei “cantanti individui” e la difficoltà dell’unione di due “opposte” – in quanto autonome – espressioni artistiche.

LO IACONO, C. (2016). "Lirica della corporeità". In Mille e una Callas. Voci e studi (pp.441-477). Macerata : quodlibet.

"Lirica della corporeità"

LO IACONO, CONCETTA
2016-01-01

Abstract

"Maria ci ha rivelato l’incarnarsi della parola nella nota cantata, per non dire dell’espressività del volto, delle sue mani, nel corpo intero, nel movimento drammatico del canto." (Leonard Bernstein). Parola cantata e gesto del corpo sono divenute espressioni solitamente autonome e autosufficienti, rimandando a tecniche e professioni del tutto differenti (basta considerare l’importanza delle querelles sul primato e lo statuto di autonomia dalle arti sorelle, prima nell’opera, poi nel balletto). Nel Novecento la danza non ha celato il canto silenzioso del corpo, rinunciando persino alla musica; il canto, d’altra parte, si è manifestato come “atto”, azione distinta dall’oralità e dalla scrittura. Chiedere quindi al coreografo, al danzatore, alla danzatrice, di muoversi sulle musiche cantate dalla Callas è impresa ardua per più motivi. In genere, le musiche per il balletto e per le coreografie contemporanee sono partiture strumentali; è più facile, quindi, che, in presenza della voce, il danzatore - ad es. Dominique Mercy o Kazuo Ohno - si ponga in ascolto intuendo l’imprescindibile presenza fisica, nel tempo e nello spazio, dei “cantanti individui” e la difficoltà dell’unione di due “opposte” – in quanto autonome – espressioni artistiche.
2016
LO IACONO, C. (2016). "Lirica della corporeità". In Mille e una Callas. Voci e studi (pp.441-477). Macerata : quodlibet.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/186536
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