L`accostamento tra la progettazione della ‘Rotonda’ a Vicenza, icona dell`architettura di Andrea Palladio, e il Mausoleo di Alicarnasso è stato da me suggerito nel 2008 (Ville della Serenissima: Il declino del Dominio da Mar e la valorizzazione della Terraferma). La descrizione dello stesso Palladio (Secondo Libro, p. 19): “Il sito è de gli ameni, e dilettevoli che si possano ritrovare: perche è sopra un monticello di ascesa facilissima, & è da una parte bagnato dal Bacchiglione fiume navigabile, e dall`altra è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l`aspetto di un molto grande |eatro ...” ci offre una finissima dimostrazione sull`integrazione tra architettura e natura che era insita nell`idea antica di villa, ed è stata giustamente già associata a quella di Plinio il Giovane del paesaggio attorno alla sua villa toscana: “Imaginare amphitheatrum aliquod immensum, et quale sola rerum natura possit effingere” (Epistulae familiares, V, 6, 7). Probabilmente Plinio stesso, e sicuramente Palladio, potevano essere stati influenzati dalla “ornata digressione” di Vitruvio (Daniele Barbaro 1567) su Alicarnasso e il Mausoleo (II, VIII, 11), la cui magnifica ubicazione ricorderebbe la forma di un teatro. La tavola su Alicarnasso nell’edizione di Cesare Cesariano (1521), che recepiva le contemporanee ricerche sulla città e l’architettura ideale, sembrerebbe quasi un modello per l’estrema simmetria del progetto della Rotonda, ‘meraviglia’ dell’architettura rinascimentale. Se per gli studiosi della cultura antica appare superfluo ricordare come Vitruvio usasse una terminologia comune ai suoi tempi per descrivere il paesaggio, usata da Strabone per la città di Rodi (XIV, 654) o per il sito roccioso del santuario di Delfi (IX, 418), mi sembra opportuno approfondire questi ragionamenti come integrazione alle contemporanee osservazioni di Howard Burns nel catalogo della mostra da lui organizzata a Vicenza (2008). In particolare, Burns interpreta la descrizione di Palladio come una parafrasi di Plinio il Giovane, quando descrive a Domizio Apollinare la sua villa ‘Toscana’, presso Città di Castello (V, 6), “sostituendo «anfiteatro» con il più consueto termine di «teatro»”.

Ortolani, G. (2016). “Il sito ... è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l'aspetto di un molto grande teatro”. Palladio, Vitruvio, Alicarnasso. In Theatroeideis. L’immagine della città, la città delle immagini Convegno internazionale, Bari, 15-19 giugno 2016 (pp.122-122).

“Il sito ... è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l'aspetto di un molto grande teatro”. Palladio, Vitruvio, Alicarnasso

Giorgio Ortolani
2016-01-01

Abstract

L`accostamento tra la progettazione della ‘Rotonda’ a Vicenza, icona dell`architettura di Andrea Palladio, e il Mausoleo di Alicarnasso è stato da me suggerito nel 2008 (Ville della Serenissima: Il declino del Dominio da Mar e la valorizzazione della Terraferma). La descrizione dello stesso Palladio (Secondo Libro, p. 19): “Il sito è de gli ameni, e dilettevoli che si possano ritrovare: perche è sopra un monticello di ascesa facilissima, & è da una parte bagnato dal Bacchiglione fiume navigabile, e dall`altra è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l`aspetto di un molto grande |eatro ...” ci offre una finissima dimostrazione sull`integrazione tra architettura e natura che era insita nell`idea antica di villa, ed è stata giustamente già associata a quella di Plinio il Giovane del paesaggio attorno alla sua villa toscana: “Imaginare amphitheatrum aliquod immensum, et quale sola rerum natura possit effingere” (Epistulae familiares, V, 6, 7). Probabilmente Plinio stesso, e sicuramente Palladio, potevano essere stati influenzati dalla “ornata digressione” di Vitruvio (Daniele Barbaro 1567) su Alicarnasso e il Mausoleo (II, VIII, 11), la cui magnifica ubicazione ricorderebbe la forma di un teatro. La tavola su Alicarnasso nell’edizione di Cesare Cesariano (1521), che recepiva le contemporanee ricerche sulla città e l’architettura ideale, sembrerebbe quasi un modello per l’estrema simmetria del progetto della Rotonda, ‘meraviglia’ dell’architettura rinascimentale. Se per gli studiosi della cultura antica appare superfluo ricordare come Vitruvio usasse una terminologia comune ai suoi tempi per descrivere il paesaggio, usata da Strabone per la città di Rodi (XIV, 654) o per il sito roccioso del santuario di Delfi (IX, 418), mi sembra opportuno approfondire questi ragionamenti come integrazione alle contemporanee osservazioni di Howard Burns nel catalogo della mostra da lui organizzata a Vicenza (2008). In particolare, Burns interpreta la descrizione di Palladio come una parafrasi di Plinio il Giovane, quando descrive a Domizio Apollinare la sua villa ‘Toscana’, presso Città di Castello (V, 6), “sostituendo «anfiteatro» con il più consueto termine di «teatro»”.
2016
Ortolani, G. (2016). “Il sito ... è circondato da altri amenissimi colli, che rendono l'aspetto di un molto grande teatro”. Palladio, Vitruvio, Alicarnasso. In Theatroeideis. L’immagine della città, la città delle immagini Convegno internazionale, Bari, 15-19 giugno 2016 (pp.122-122).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11590/329067
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