Gli autori illustrano i risultati della sperimentazione che ha coinvolto oltre 1000 insegnanti di ogni ordine e grado impegnati in corsi di formazione professionale presso numerosi istituti di Roma e provincia. Nel saggio viene proposta una riflessione sull’utilizzo didattico delle varie forme di approccio rovesciato – dalla flipped lesson agli Episodi di Apprendimento Situato – tesa a individuare gli elementi di effettiva innovazione e le possibili integrazioni da apportare per far fronte alle più comuni problematicità riscontrate dai docenti nell’ambito della loro attività. Dal punto di vista teorico vengono messe in rilievo le profonde connessioni dell’approccio flipped con la pedagogia di Ausubel e illustrati i vantaggi derivanti dall’utilizzo degli organizzatori anticipati. Un tema sul quale gli autori si sono soffermati riguarda le modalità di costruzione dei gruppi di lavoro, in quanto l’assenza di criteri di selezione dei membri dei gruppi è sinonimo, spesso, di dispersione di energie e problematicità di vario tipo; la predisposizione di un ambiente del compito rispettoso delle peculiarità soggettive e in grado di valorizzare le competenze di ciascun componente risulta pertanto necessaria. La composizione dei gruppi non deve essere lasciata al caso, né risultare genericamente “eterogenea”, bensì risultato dell’osservazione sistematica del gruppo-classe da parte del docente, che deve dotarsi di strumenti di rilevazione dei profili cognitivi/affettivi attendibili. A tale scopo, durante i corsi di formazione, è stato somministrato il questionario TRAIM (Test Rilevamento Autopercettivo Intelligenze Multiple), sviluppato dagli autori sulla base del modello di W. McKenzie, basato sull’autopercezione di abilità, sentimenti, comportamenti utili a ricostruire il profilo cognitivo personale in relazione ai vari tipi di intelligenze e finalizzato alla ricognizione su base autopercettiva dei talenti prevalenti.

Bocci, F., DE CASTRO, M., Olmetti, D., Zona, U. (2018). L’approccio flipped: un’opportunità di innovazione didattica per l’apprendimento inclusivo. In Convegno Nazionale SIRD, Alla ricerca di una scuola per tutti e per ciascuno. Impianto istituzionale e modelli educativi (pp.78-78). Lecce : PensaMultimedia.

L’approccio flipped: un’opportunità di innovazione didattica per l’apprendimento inclusivo

fabio bocci;martina de castro;daniela olmetti;umberto zona
2018-01-01

Abstract

Gli autori illustrano i risultati della sperimentazione che ha coinvolto oltre 1000 insegnanti di ogni ordine e grado impegnati in corsi di formazione professionale presso numerosi istituti di Roma e provincia. Nel saggio viene proposta una riflessione sull’utilizzo didattico delle varie forme di approccio rovesciato – dalla flipped lesson agli Episodi di Apprendimento Situato – tesa a individuare gli elementi di effettiva innovazione e le possibili integrazioni da apportare per far fronte alle più comuni problematicità riscontrate dai docenti nell’ambito della loro attività. Dal punto di vista teorico vengono messe in rilievo le profonde connessioni dell’approccio flipped con la pedagogia di Ausubel e illustrati i vantaggi derivanti dall’utilizzo degli organizzatori anticipati. Un tema sul quale gli autori si sono soffermati riguarda le modalità di costruzione dei gruppi di lavoro, in quanto l’assenza di criteri di selezione dei membri dei gruppi è sinonimo, spesso, di dispersione di energie e problematicità di vario tipo; la predisposizione di un ambiente del compito rispettoso delle peculiarità soggettive e in grado di valorizzare le competenze di ciascun componente risulta pertanto necessaria. La composizione dei gruppi non deve essere lasciata al caso, né risultare genericamente “eterogenea”, bensì risultato dell’osservazione sistematica del gruppo-classe da parte del docente, che deve dotarsi di strumenti di rilevazione dei profili cognitivi/affettivi attendibili. A tale scopo, durante i corsi di formazione, è stato somministrato il questionario TRAIM (Test Rilevamento Autopercettivo Intelligenze Multiple), sviluppato dagli autori sulla base del modello di W. McKenzie, basato sull’autopercezione di abilità, sentimenti, comportamenti utili a ricostruire il profilo cognitivo personale in relazione ai vari tipi di intelligenze e finalizzato alla ricognizione su base autopercettiva dei talenti prevalenti.
2018
978-88-6760-465-4
Bocci, F., DE CASTRO, M., Olmetti, D., Zona, U. (2018). L’approccio flipped: un’opportunità di innovazione didattica per l’apprendimento inclusivo. In Convegno Nazionale SIRD, Alla ricerca di una scuola per tutti e per ciascuno. Impianto istituzionale e modelli educativi (pp.78-78). Lecce : PensaMultimedia.
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