The authors illustrate the results of the experimentation that involved more than 1000 teachers of every order and degree engaged in professional training courses at numerous institutes in Rome and its province. The essay proposes a reflection on the didactic use of the various forms of flipped approach, aimed at identifying the elements of real innovation and the possible integrations to be made in order to cope with the most common problems encountered by teachers in the context of their activity. A theme on which the authors have dwelt is the way the working groups are built, because the absence of criteria for the selection of the members of the groups is often synonymous of energy dispersion and problems of various kinds; the preparation of an environment of the task respectful of subjective peculiarities and able to enhance the skills of each member is therefore necessary. It has been demonstrated that the composition of the groups should not be left to chance, nor should they be generically “heterogeneous”, but rather the result of the systematic observation of the group-class by the teacher, who must equip himself with tools for detecting the cognitive/affective profiles reliable.

Gli autori illustrano i risultati della sperimentazione che ha coinvolto oltre 1000 insegnanti di ogni ordine e grado impegnati in corsi di formazione professionale presso numerosi istituti di Roma e provincia. Nel contributo viene proposta una riflessione sull’utilizzo didattico delle varie forme di approccio rovesciato, tesa a individuare gli elementi di effettiva innovazione e le possibili integrazioni da apportare per far fronte alle più comuni problematicità riscontrate dai docenti nell’ambito della loro attività. Un tema sul quale gli autori si sono soffermati riguarda le modalità di costruzione dei gruppi di lavoro, in quanto l’assenza di criteri di selezione dei membri dei gruppi è sinonimo, spesso, di dispersione di energie e problematicità di vario tipo; la predisposizione di un ambiente del compito rispettoso delle peculiarità soggettive e in grado di valorizzare le competenze di ciascun componente risulta pertanto necessaria. Si è dimostrato che la composizione dei gruppi non deve essere lasciata al caso, né risultare genericamente “eterogenea”, bensì risultato dell’osservazione sistematica del gruppo-classe da parte del docente, che deve dotarsi di strumenti di rilevazione dei profili cognitivi/affettivi attendibili.

Bocci, F., DE CASTRO, M., Olmetti, D., Zona, U. (2019). L’approccio flipped: un’opportunità di innovazione didattica per l’apprendimento inclusivo. In Alla ricerca di una Scuola per tutti e per ciascuno Impianto istituzionale e modelli educativi - Atti del Convegno Internazionale SIRD Roma 13-14 giugno 2018 (pp.513-519). Lecce : Pensa Multimedia.

L’approccio flipped: un’opportunità di innovazione didattica per l’apprendimento inclusivo

BOCCI Fabio;DE CASTRO Martina;OLMETTI Daniela;ZONA Umberto
2019-01-01

Abstract

The authors illustrate the results of the experimentation that involved more than 1000 teachers of every order and degree engaged in professional training courses at numerous institutes in Rome and its province. The essay proposes a reflection on the didactic use of the various forms of flipped approach, aimed at identifying the elements of real innovation and the possible integrations to be made in order to cope with the most common problems encountered by teachers in the context of their activity. A theme on which the authors have dwelt is the way the working groups are built, because the absence of criteria for the selection of the members of the groups is often synonymous of energy dispersion and problems of various kinds; the preparation of an environment of the task respectful of subjective peculiarities and able to enhance the skills of each member is therefore necessary. It has been demonstrated that the composition of the groups should not be left to chance, nor should they be generically “heterogeneous”, but rather the result of the systematic observation of the group-class by the teacher, who must equip himself with tools for detecting the cognitive/affective profiles reliable.
2019
978-88-6760-641-2
Gli autori illustrano i risultati della sperimentazione che ha coinvolto oltre 1000 insegnanti di ogni ordine e grado impegnati in corsi di formazione professionale presso numerosi istituti di Roma e provincia. Nel contributo viene proposta una riflessione sull’utilizzo didattico delle varie forme di approccio rovesciato, tesa a individuare gli elementi di effettiva innovazione e le possibili integrazioni da apportare per far fronte alle più comuni problematicità riscontrate dai docenti nell’ambito della loro attività. Un tema sul quale gli autori si sono soffermati riguarda le modalità di costruzione dei gruppi di lavoro, in quanto l’assenza di criteri di selezione dei membri dei gruppi è sinonimo, spesso, di dispersione di energie e problematicità di vario tipo; la predisposizione di un ambiente del compito rispettoso delle peculiarità soggettive e in grado di valorizzare le competenze di ciascun componente risulta pertanto necessaria. Si è dimostrato che la composizione dei gruppi non deve essere lasciata al caso, né risultare genericamente “eterogenea”, bensì risultato dell’osservazione sistematica del gruppo-classe da parte del docente, che deve dotarsi di strumenti di rilevazione dei profili cognitivi/affettivi attendibili.
Bocci, F., DE CASTRO, M., Olmetti, D., Zona, U. (2019). L’approccio flipped: un’opportunità di innovazione didattica per l’apprendimento inclusivo. In Alla ricerca di una Scuola per tutti e per ciascuno Impianto istituzionale e modelli educativi - Atti del Convegno Internazionale SIRD Roma 13-14 giugno 2018 (pp.513-519). Lecce : Pensa Multimedia.
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