Le rappresentazioni della disabilità hanno assunto nella storia forme differenti. Dall’esposizione delle mostruosità (di ciò che era ritenuto non conforme) si è giunti all’esaltazione della tolleranza del diverso/disabile. Atteggiamenti pregiudizievoli e retoriche compassionevoli – oltre che normalizzanti – costituiscono il filo conduttore che tuttora accomuna le narrazioni (animate e non) in cui la disabilità/diversità è più o meno esplicitamente rappresentata. Anche quelle destinate al piccolo pubblico sembrano non sottrarsi a queste dinamiche, che rischiano di inficiare il ruolo delle narrazioni animate di agire quali mediatori educativi per l’inclusione. I cartoni animati, ad esempio, che in linea con la prospettiva dell’Universal Design for Learning, sembrano particolarmente efficaci, poiché offrono un’esperienza di coinvolgimento intensa e immediata, non sono scevri dal rischio di diffondere messaggi stereotipati e contradditori. In proposito, in continuità con un precedente lavoro, le autrici del presente contributo riportano un’indagine quali-quantitativa che intende rilevare le opinioni/suggestioni di un gruppo di educatori/educatrici e insegnanti in formazione rispetto all’utilizzo dei cartoni animati in ambito educativo e scovarne le eventuali criticità su cui i/le professionisti dell’educazione sono chiamati/e a riflettere, al fine di decostruire significati e messaggi più o meno espliciti che potrebbero porsi in modo ostativo rispetto alla promozione di processi scolastici e sociali realmente inclusivi.
Centrone, B., Travaglini, A., Guerini, I. (2023). Disabilità e narrazioni animate. Luci e ombre su cui riflettere. Q-TIMES WEBMAGAZINE, 361-375.
Disabilità e narrazioni animate. Luci e ombre su cui riflettere
Barbara Centrone
;Alessia Travaglini
;Ines Guerini
2023-01-01
Abstract
Le rappresentazioni della disabilità hanno assunto nella storia forme differenti. Dall’esposizione delle mostruosità (di ciò che era ritenuto non conforme) si è giunti all’esaltazione della tolleranza del diverso/disabile. Atteggiamenti pregiudizievoli e retoriche compassionevoli – oltre che normalizzanti – costituiscono il filo conduttore che tuttora accomuna le narrazioni (animate e non) in cui la disabilità/diversità è più o meno esplicitamente rappresentata. Anche quelle destinate al piccolo pubblico sembrano non sottrarsi a queste dinamiche, che rischiano di inficiare il ruolo delle narrazioni animate di agire quali mediatori educativi per l’inclusione. I cartoni animati, ad esempio, che in linea con la prospettiva dell’Universal Design for Learning, sembrano particolarmente efficaci, poiché offrono un’esperienza di coinvolgimento intensa e immediata, non sono scevri dal rischio di diffondere messaggi stereotipati e contradditori. In proposito, in continuità con un precedente lavoro, le autrici del presente contributo riportano un’indagine quali-quantitativa che intende rilevare le opinioni/suggestioni di un gruppo di educatori/educatrici e insegnanti in formazione rispetto all’utilizzo dei cartoni animati in ambito educativo e scovarne le eventuali criticità su cui i/le professionisti dell’educazione sono chiamati/e a riflettere, al fine di decostruire significati e messaggi più o meno espliciti che potrebbero porsi in modo ostativo rispetto alla promozione di processi scolastici e sociali realmente inclusivi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.